E chi l’avrebbe mai detto?

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Questo blog non ha solo un’autrice: ha perfino dei lettori! Saranno anche meno dei canonici venticinque, ma tant’è; in fondo, io non sono certo Manzoni.
Alla richiesta di qualcuno che, prendendo spunto dal mio post precedente, mi chiedeva – pretestuosamente? – che significa "intellettuali" vorrei rispondere con il trafiletto di Alberto Arbasino, pubblicato su «Repubblica» di ieri 28 luglio 2010, dal titolo Intellettuali e non solo.


Intellettuali. Intellettualini. Intellettualoni. Grandi intellettuali. Medi? Intellettualoidi. Il ruolo degli. Il dibattito sugli. La polemica intorno. La parola agli. In carriera. In campana. In panchina. In vestaglia. In pantofole. In braghe di cuoio. Di tela. Da salotto. Da parata. Di frontiera. Di riserva. Di complemento. Di merda. In pensione. A riposo. Dei miei stivali. In scarpe da ginnastica. Tutta l’intelligentsia. Case intelligenti. Salotti. Cocktails progressivi. Marchese alternative. Pranzi impegnati. Piscine irriverenti. Cene impietose e scomode.
Un Paese senza intellettuali? Tanti tavoli aperti e chiusi senza? E non si sente la mancanza? Dove saranno andati a finire? Tutti soppiantati, col loro fil rouge e la solita patata bollente, dai nuovi, brillanti professionisti del moralismo spiritoso, acido, ameno, arguto, indignato, impegnato, appassionato, imaginifico, metaforico… Ma ovviamente saranno questi a rifornire la prestigiosa stampa estera che mantiene Berlusconi nell’attualità con le sue trovate, mentre i politici e gli intellettuali italiani non trovano spazio nei prestigiosi organi stranieri?

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